martedì 15 gennaio 2013

LA LEGGENDA: Brian Clough, tra Derby e Forest


L'argomento Brian Clough è stato trattato centinaia di volte, sono state scritte biografie e addirittura romanzi sul suo conto e difficilmente sarà sfuggito ai fan il "Maledetto United" di David Peace che racconta a modo suo i 44 giorni di permanenza di Old Big 'Ead (vecchio testone) sulla panchina del Leeds. In realtà il romanzo, da cui è tratto un bellissimo film con l'attore Michael Sheen nei panni del nostro eroe, parte da ben più lontano, ovvero dall'esperienza da calciatore. Clough era un centravanti fra i più temuti del campionato inglese, botte da orbi e gol a dozzine, un tiro micidiale, un colpo di testa che non lasciava scampo, una velocità che lo rendeva un flagello nell'uno contro uno. Quando Brian Clough lascia il calcio agonistico a causa di un grave infortunio deve ancora compiere 28 anni: è il giorno di Santo Stefano del 1962 che gli inglesi chiamano "Boxing Day" e un terribile scontro col portiere del Bury mette fine alla sua carriera nella quale, giocando nel Middlesbrough e nel Sunderland, ha messo a segno 251 reti in 274 partite. Dopo inutili tentativi di ripresa dell’attività agonistica, diventa, a soli trent'anni, il più giovane allenatore del Regno Unito e nel Hartlepools United inizia il suo sodalizio con Peter Taylor, ex portiere e compagno di squadra ai tempi del MiddlesbroughI due si intendono a meraviglia. In quattro anni di quarta divisione costruiscono una squadra pronta per la promozione che arriverà quando entrambi saranno già passati al Derby County.     


Derby

Il Derby County è una squadra di secondo piano nella Seconda Divisione inglese dove vivacchia a metà classifica, ma l'arrivo di Clough dà uno scossone all'ambiente. Il suo calcio è quello tipicamente inglese, ma con qualche sostanziale modifica, come la ricerca ossessiva del gioco palla a terra. Dai calciatori pretende disciplina, obbedienza, sacrificio. 
I suoi campioni si chiamano Archie Gemmill, uno scozzese tarchiato e mai domo, Kevin Hector, Alan Hinton, John O'Hare, ma soprattutto la sua squadra ha grandi qualità in difesa, con la giovanissima coppia centrale Roy McFarland e Colin Todd, scoperta da lui e strappata alla concorrenza convincendo la dirigenza del Derby a polverizzare i record di spesa della società per l’acquisto di un calciatoreA John McGovern, uno dei suoi fedelissimi fin dai tempi del Hartlepools, la prima volta che lo vede raccomanda: "Stai in piedi dritto, tieni su le spalle e tagliati i capelli. Il resto verrà da se"A questi aggiunge l'esperienza di Dave Mackay, ex stella del Tottenham reinventata nel ruolo di libero a cui affida la fascia di capitano. Clough tratta personalmente l’acquisto dei giocatori, l’unico parere di cui tiene conto è quello di Peter Taylor, ma l’ultima parola, quella definitiva, è sempre e solo la sua; inevitabile che spesso vi siano attriti con la dirigenza del Derby County, in particolare con Sam LongsonIl Derby County è una squadra tosta da affrontare, proprio come il suo allenatore, ma è anche una squadra capace di interpretare al meglio le caratteristiche tipiche del calcio inglese e scozzese fatto di velocità, aggressività, ritmo, alle quali Brian Clough, senza snaturarle, riesce ad associare anche un certo ordine tattico. I bianchi di Derby diventano la rivelazione del calcio inglese e scalano la classifica della Prima Divisione giocando un calcio che li rende spesso imprevedibili. 
Al Baseball Ground, davanti a ventimila spettatori, riescono ad intimidire qualunque avversario, il loro ritmo travolge, stordisce, la loro disposizione tattica disorienta. Nella prima stagione i Rams raggiungono il quarto posto, l'anno dopo finiscono noni, e ormai, dopo anni di anonimato, nel campionato 1971-72 il Derby County torna a lottare per il titolo che centra al terzo tentativo. Dopo un'appassionante volata Rams chiudono il loro campionato battendo il Liverpool e scavalcandolo in classifica con 58 punti contro 57, ma tutto sembra inutile perché il Leeds, che affianca al secondo posto i rossi e il ManCity, deve recuperare una partita rinviata per permettergli di disputare la finale della FA CupA parità di punti risulterebbe decisivo il totale reti, largamente favorevole al Leeds che quindi, anche solo pareggiando al Molineux contro il Wolverhampton, si laureerebbe Campione d’Inghilterra. Nel frattempo Cloughie è in vacanza ed i calciatori del Derby County sono in tournée in Spagna affidati a Peter Taylor, nessuno infatti pensa che il titolo possa sfuggire ai bianchi di Don RevieInvece accade l'incredibile: in una partita passata alla storia anche per alcune decisioni arbitrali almeno discutibili il Leeds perde la partita per 2-1 ed il Campionato per un solo punto! 

I calciatori del Derby apprendono la notizia a Maiorca e Clough avrebbe più tardi dichiarato di non averci creduto fino a che non sfogliò i giornali del giorno dopo. É un trionfo che supera ogni immaginazione, ma Clough è scatenato e vuole di più, la sua ambizione lo porta a pretendere  subito il trionfo europeo. In Coppa Campioni, l'anno dopo, i Rams raggiungono le semifinali dove incontrano la Juventus in due partite memorabili per intensità e per il vespaio di polemiche che sono destinate a sollevare e delle quali Clough è anche abile regista. Accade che, a Torino, nella partita di andata vinta dalla Juve per 3-1 l'arbitro Schulenburg ammonisca Gemmill e McFarland, che sono già diffidati, e li escluda quindi dalla partita di ritorno. A fine partita Clough è una furia. Le sue esternazioni sono decisamente sopra le righe ed imbarazzano non poco l’UEFA e la Football Association in particolare quando afferma che : "Dentro lo spogliatoio dell’arbitro c’erano gli italiani, prima della gara e durante l’intervallo!"La dirigenza juventina non risponde alle provocazioni, ma nasce lo stesso qualche attrito nei corridoi dello spogliatoio ed all'uscita della sala stampa, quando un Brian Clough sempre più furibondo urla: "Fucking Italian bastards!", una frase che non smentirà mai. Non bastasse questo a fine gara Peter Taylor cerca addirittura di assalire l'arbitroGià questo fatto innesca parecchie polemiche attorno alla partita di ritorno, preceduta da una lunga serie di dichiarazioni bellicose che, sotto l’abile regia di Clough, servono a surriscaldare l’ambiente del Baseball GroundIl tecnico inglese sa che, specialmente dopo le assenze di McFarland e Gemmill, la Juventus è tecnicamente superiore e punta tutto su una gara nella quale la furia agonistica dei Rams riesca a rovesciare la situazione. La partita è durissima, giocata senza esclusione di colpi, con un ritmo elevatissimoma il Derby County sbatte contro il muro italiano fino al momento in cui si presenta la grande occasione sotto forma di un rigore che l'arbitro, il portoghese Lobo, gli concede. Lo calcia lo specialista Hinton e lo sbaglia mandando fuori la palla assieme alle speranze  di qualificazione. 
Nel finale il centravanti Davies viene espulso ed il Derby County eliminato, ma qualche giorno dopo, intorno alla gara scoppia un caso clamoroso. Trapela, infatti, che l'arbitro Lobo abbia denunciato un tentativo di "ammorbidimento" da parte di un faccendiere ungherese legato ad Italo Allodi fin dai tempi della Grande Inter.
Alla fine la cosa non avrà seguito, ma venticinque anni dopo Brian Clough parlando di quelle due partite continuerà a dichiararsi convinto della malafede dell’arbitro di Torino, ripetendo le clamorose accuse lanciate nell'incandescente dopopartita quando aveva accusato il tedesco Haller, connazionale dell’arbitro, di aver suggerito le ammonizioni "giuste"Nonostante gli ottimi risultati, Clough è profondamente deluso della situazione in cui si è venuto a trovare, infatti, dopo un paio d’anni esaltanti, attorno al club non avverte più l’entusiasmo di un tempo ed entra all'improvviso in rotta di collisione con l'ambiente che lo circonda, e dopo l’ennesima lite furibonda con il presidente della squadra, Sam Longson, pianta tutto su due  piedi e se ne va assieme al suo collaboratore Peter Taylor
Comincia l'unico periodo buio della sua carriera: prima allena in Terza Divisione a Brighton, poi, a fine stagione, accetta le proposte del Leeds, appena laureatosi Campione d’Inghilterra, che cerca un sostituto a Don Revie divenuto CT della Nazionale,  ma lo lascia dopo solo 44 giorni di continui litigi.


Nottingham

Intanto il Derby County vola in testa  il campionato con Dave Mackay, proprio l'ex capitano scelto da Clough che aveva precedentemente allenato il Nottingham Forest nella stagione 1972-'73. La favola di Clough sembra finita quando accetta le proposte di un altro club di secondo piano, proprio il Forest, impelagato in un difficile campionato di Seconda Divisione. Dopo aver sfiorato la vittoria in campionato nel 1967, il Forest si era progressivamente allontanato dalle prime posizioni, fino a retrocedere in Seconda Divisione tre anni prima, per una curiosa coincidenza proprio nell'anno del trionfo del Derby CountyLa squadra è povera di giocatori di talento e attorno ai Reds non c’è entusiasmo. Le tribune del City Ground sono semivuote ed il clima che si respira è quasi di rassegnazione. 
È questo l’ambiente ideale per Clough che chiama subito due dei sui più fedeli calciatori dei tempi di Derby per porre le basi del "suo" Nottingham ForestJohn McGovern e John O’Hare, calciatori capaci di applicare alla perfezione le sue indicazioni ai quali affida i ruoli chiaveIn questa ricostruzione il mattone più importante arriva nel luglio 1976 quando il suo alter ego Peter Taylor lo raggiunge ricomponendo la coppia dei tempi di Hartlepools e Derby. Con Taylor arrivano calciatori di qualità come Martin O’Neill, l’attaccante Peter Withe ed il roccioso difensore Larry Lloyd. Con questi rinforzi e con l’innesto di giovani come Viv Anderson, che diventerà primo calciatore di colore a vestire la maglia della Nazionale inglese, e Tony Woodcock ed il recupero di un talento come lo scozzese John Robertson, forse la migliore ala dell’epoca in Inghilterra, il Forest raggiunge la terza posizione in classifica e viene promosso alla Prima Divisione. 

L’ambizione è chiara: dopo la promozione, il titolo. 
Per dare sostanza alle sue aspirazioni, Clough chiede e ottiene l'acquisto di un altro fedelissimo dei tempi di Derby, Gemmill, e soprattutto convince la società a spendere la cifra di 270.000 sterline, all'epoca record mondiale per un portiere, per acquistare Peter Shilton dallo Stoke CityIl Forest diventa una fortezza inespugnabile: alla fine della stagione la sua difesa avrà subito solo 24 reti, addirittura 20 in meno della stagione precedente in Seconda Divisione. Shilton riesce a mantenere inviolata la sua porta per 23 gare sulle 37 disputate ed è grazie ad una sua superba prestazione ed a una parata rimasta negli annali del calcio inglese che, pareggiando per 0-0 a Coventry, il Nottingham Forest si laurea campione a quattro gare dalla fine precedendo i Campioni d’Europa del Liverpool e l’Everton di ben sette lunghezze e subendo solo tre sconfitte. Il Forest diventa la squadra del momento, arrivando ad offuscare la gloria del Liverpool due volte Campione d’Europa, contro il quale trionfa anche in Coppa di Lega vincendo, all'Old Trafford, per 1-0 la ripetizione della finale terminata sullo 0-0 a WembleyBrian Clough diventa il personaggio più in vista dell’intero calcio inglese, nonostante il suo carattere e la sua spregiudicatezza lo mettano pesantemente in urto con la federazione. Clough consolida la sua fama di antipatico, le sue parole tagliano come rasoi, la sua diplomazia è pari a zero e difficilmente usa giri di parole per esprimere i suoi concetti: facile comprendere come nel calcio inglese abbia molti più nemici che amici, nonostante i suoi successi lo pongano su un inattaccabile piedistallo. Come ai tempi di Derby, Clough ha l’ambizione di imporsi a livello europeo e stavolta è deciso a tutto pur di trionfare. Per l’attacco decide di lanciare un altro giovane, Gary Birtles e ottiene un altro sacrificio dal suo presidente: l'acquisto ad una cifra record per il calcio inglese di Trevor Francis, il venticinquenne talento del Birmingham City viene strappato alla concorrenza per una cifra che supera, per la prima volta nella storia del calcio britannico, il milione di sterline. Il trasferimento viene tuttavia perfezionato solo a stagione iniziata e in Coppa dei Campioni Trevor Francis non può essere impiegato fino alla finale. Intanto Clough ha già ottenuto il primo successo: a Wembley un Nottingham sfavillante ha travolto con un inappellabile 5-0 l’Ipswich Town nel Charity ShieldIl Nottingham è lanciatissimo e passa da un trionfo all'altro. Nel primo turno della Coppa Campioni il sorteggio ha opposto il Forest ai campioni d’Europa del Liverpool, in uno scontro senza precedenti. La prima gara si disputa al City Ground e quella sera del settembre 1978 nasce la leggenda europea degli "arcieri". Non potendo disporre di FrancisClough conferma in prima squadra il giovane Garry Birtles, la sua ultima invenzione, che ne ripaga la fiducia con un gran gol. 
Il Liverpool appare frastornato dall'aggressività del Forest e non riesce a reagire, poi, a pochi secondi dalla fine, un altro calciatore inserito a sorpresa dall'inizio, il difensore Colin Barrett, batte Clemence per la seconda volta e ipoteca la clamorosa qualificazione. Qualificazione che arriva grazie allo 0-0 difeso da Shilton e compagni ad Anfield due settimane dopo: il Nottingham Forest diventa così una delle favorite alla conquista della Coppa Campioni.In campionato il Forest lotta per il titolo, ma l’arrivo ritardato di Trevor Francis dà un netto vantaggio al Liverpool che prende il largo, il Nottingham si conferma solidissimo in difesa e subisce solo tre sconfitte, ma pareggia troppe volte ed alla fine chiude ad otto punti dalla vetta. Frattanto, in Coppa Campioni gli "arcieri" superano AEK Atene agli ottavi e Grasshoppers ai quarti ed arrivati in semifinale si trovano di fronte l’ostacolo più duro: il Colonia. La partita di andata è destinata ad essere ricordata come una delle più avvincenti della storia del prestigioso trofeo. Sul terreno pesantissimo del City Ground, flagellato da due giorni di pioggia che fortunatamente dà tregua per lo svolgimento della gara, le due squadre si affrontano a viso aperto, senza tatticismi. Entrambe le squadre sentono che questa è destinata ad essere la vera finale del torneo. Dopo appena 20 minuti i tedeschi sono in vantaggio per 2-0 ed appaiono padroni del campo; il sogno europeo degli arcieri sembra definitivamente tramontato ed il Colonia sembra sul punto di poter dilagare, ma proprio nel momento più difficile il Nottingham Forest mette in campo le doti di combattività trasmesse dal suo condottiero. Birtles accorcia le distanze ed alla fine del primo tempo il gioco si riequilibra, ma dopo l’intervallo i padroni di casa si scatenano letteralmente. La porta tedesca, difesa da Schumacherviene assediata, il Forest, galvanizzato, attacca a folate in preda ad una sorta di furia agonistica entusiasmando il pubblico del City GroundPrima Bowyer, con un gran destro in mischia, trova il pareggio, poi, poco dopo il quarto d’ora, John Robertson conclude a rete un’azione corale con un gol di testa, una rarità nel suo repertorio. Il City Ground esplode, l'entusiasmo è alle stelle, ma nel finale i tedeschi sfruttano l'inevitabile calo atletico degli arcieri dovuto all'immane fatica sopportata su un terreno ai limiti della praticabilità e ottengono il pareggio con un gol del giapponese OkuderaIl 3-3 sembra l’anticamera dell’eliminazione: al ritorno non sono in molti a concedere i favori del pronostico al Nottingham, solo Clough si dimostra ottimista al limite dello sbruffone, ma sul campo il Forest gli dà ragione. Gli arcieri disputano una gara tatticamente perfetta, un capolavoro di concentrazione e disciplina; tanto la gara dell’andata era risultata aperta, tanto quella di Colonia risente dell’importanza del risultato, nettamente favorevole ai tedeschi, che cercano di portare a casa il pari aspettando che gli avversari, obbligati a vincere, si scoprano. Il Nottingham, tuttavia, non casca nella trappola nonostante la presunta scarsa esperienza internazionale, i Reds sono gelidi nell'amministrazione della gara, non rischiano nulla e passano in vantaggio con Bowyer a poco meno di mezz'ora dalla fine: il Forest è in finale. Clough sente che è fatta, nulla potrà più opporsi al Nottingham che, per la partita decisiva, disporrà, per la prima volta in campo europeo, del decisivo apporto di Trevor FrancisIn finale approda il Malmoe, allenato da un inglese Bob Houghton, una squadra ordinata e poco brillante che non ha stelle ed è arrivata alla finale eliminando a sorpresa nei primi turni la Dinamo KievAll'Olympiastadion di Monaco si prevede ancora una gara tattica, ma Clough sorprende tutti schierando tre punte, BirtlesWoodcock e Francis, senza rinunciare a Robertson, e lasciando fuori Gemmill e O’NeillLa partita la gioca solo il Nottingham, gli svedesi si difendono con sempre maggior affanno fino a che, dopo un’ubriacante azione in dribbling sulla sinistra, Robertson serve a Francis il gol della vittoria, proprio all'ultimo minuto del primo tempo. La gara si chiude qui, nella ripresa il Forest conferma la sua superiorità e coglie un palo con Robertson prima del meritato trionfo. Dopo questo successo Clough viene celebrato come il miglior manager d’Inghilterra, nonostante le sue dichiarazioni urtino, come al solito, più di una suscettibilità. Il Nottingham ha chiuso imbattuto la sua campagna europea ed ha conquistato anche la Coppa di Lega battendo a Wembley il Southampton in una partita nella quale Clough compie un gesto di rara generosità: nella finale lascia che a guidare la squadra sia Peter Taylor per dimostrare quanto sia importante il suo contributo nei successi del Forest


L’anno dopo il Nottingham Forest si ripresenta al via con poche novità e qualche problema. Tony Woodcock, uno dei calciatori chiave della precedente stagione, sta trattando il suo trasferimento al Colonia, gli arrivi non sono di prima qualità né di primo pelo: Stan BowlesCharlie George, ma soprattutto Frank Gray, un terzino sinistro ancora giovane, ma già esperto, destinato a raccogliere l’eredità di Frank Ckark, ormai trentaseienne. Clough capisce che la squadra non è più in grado di lottare su più fronti, specialmente dopo la partenza di Woodcock, e concentra le sue ambizioni sul bis in Coppa Campioni, mentre in Campionato la squadra si attesta nelle posizioni di rincalzo. I primi due turni non rappresentano un problema per i reds, forti ancora di un Woodcock scatenato, ma alla ripresa primaverile il Nottingham subisce, al City Ground, la sua prima sconfitta europea contro la Dinamo Berlino. Sembra finita, ma al ritorno Clough realizza un capolavoro tattico e psicologico. Il Forest entra in campo a Berlino, letteralmente trasformato: Trevor Francis, che disputa forse la miglior partita della sua carriera, segna una doppietta e Robertson trasforma un rigore: già alla fine del primo tempo la qualificazione è al sicuro. Il trionfo mitiga la delusione per un Liverpool ormai irraggiungibile in testa al campionato e convince tutto l’ambiente che la riconquista della Coppa è possibile, Clough, come al solito, si dichiara apertamente certo del trionfo già prima di disputare la semifinale con l’Ajax e soprattutto calca la mano sul fatto che i rivali del Liverpool sono già fuori. Intanto il Forest, che ha rifiutato di giocare la finale Intercontinentale in due partite contro l’Olimpia Asuncion, conquista la Supercoppa Europea battendo il Barcelona grazie ad una rete del redivivo Charlie George al City Ground ed a un pareggio in Spagna. Clough è buon profeta: l’Ajax è superato e per la finale di Madrid si qualifica l’Amburgo che elimina il Real evitando così al Nottingham l’insidia di una finale nella tana del lupo. Ad una buona notizia,tuttavia, come accade spesso, ne segue una brutta: alla vigilia della finale Trevor Francis, che sta attraversando un momento di forma eccezionale, si infortuna gravemente al tendine d’Achille: è un brutto colpo per le ambizioni del calciatore e il Nottingham perde la sua arma più temibile, l’uomo che con il suo gol  ha firmato il trionfo nella Coppa dell’anno prima. L’ago della bilancia dei pronostici comincia a pendere decisamente dalla parte dei tedeschi che dopo l’infortunio di Francis diventano i favoriti della finale per tutti, ma non per Brian Clough che continua a proclamarsi sicuro della vittoria. I campioni di Germania , sulla cui panchina siede una vecchia volpe come Zebec, accanto ai nazionali tedeschi HrubeschKaltzJakobs ed allo jugoslavo Bulijan, schierano anche il capitano della Nazionale inglese Kevin Keegan e di questo Clough approfitta per caricare i suoi. La gara, attesissima, si disputa il 28 maggio davanti ad un Bernabeu gremito. Anche stavolta la gara si preannuncia molto tattica. Le due squadre si temono e si conosconoIl Nottingham schiera, accanto a Birtles e Robertson, l’irlandese O’Neill che riesce a imbrigliare le avanzate di Kaltz, e sostituisce Francis con un giovanissimo centrocampista, Gary Mills, che con 18 anni appena compiuti diventa il più giovane protagonista di una finale europea. Dopo meno di venti minuti, Robertson si libera sulla sinistra dell’area tedesca e stringendo al centro lascia partire un rasoterra che batte il portiere tedesco : il Nottingham è in vantaggio e grazie alle prodezze del suo portiere Shilton ci resterà fino alla fine. Nonostante i disperati assalti tedeschi la difesa del Forest resiste imperniata su Kenny Burns. Alla fine il Forest trionfa e diventa l’unica squadra europea ad aver vinto, nella sua storia più Coppe dei Campioni che titoli nazionali. 

Per Clough è un’autentica consacrazione, ormai è considerato dall'opinione pubblica il miglior tecnico del Regno Unito, ma nonostante ciò, dopo la deludente prestazione della Nazionale inglese all'Europeo la sua candidatura a Commissario Tecnico non viene sostenuta dalla stampa e osteggiata da influenti personaggi della Federazione. 
Intanto l’ambiente attorno al Nottingham Forest comincia a mostrare qualche insofferenza verso l’ingombrante personalità del suo leader indiscusso che ha la tendenza di agire come un despota assoluto. Birtles lascia il Forest per approdare al ManUtd, è un altro pezzo della squadra costruita da Clough e Taylor che se ne va: in due anni si è dissolta la coppia delle meraviglie formata da Woodcock e Birtles. Anche il sodalizio con Peter Taylor si incrina. 
La squadra appare logora ed esce al primo turno dalla Coppa Campioni contro i bulgari del CSKA. In campionato le cose non vanno meglio, alla fine il Nottingham sarà settimo a dieci punti dalla testa della classifica e neppure le altre Coppe, l’Intercontinentale a Tokio e la Supercoppa col Valencia portano fortuna agli arcieri. La squadra entra in una spirale di sconfitte, i nuovi acquisti, fra i quali l’italo-svizzero Raimondo Ponte fortemente voluto da Taylor e gli attaccanti Ward e Wallace, non si inseriscono e la proverbiale affidabilità del gioco del Nottingham viene fatalmente meno. La stagione successiva comincia male, Francis dopo due partite di campionato viene ceduto al ManCity, sostituito da Justin Fashanu, investimento importante ma rendimento scarso anche a causa di un rapporto molto conflittuale col manager che proprio non riesce a mandar giù le frequentazioni dell'attaccante che nel 1990 si dichiarerà omosessuale, primo e unico nella storia del calcio. A fine stagione Peter Taylor annuncia il ritiro dal calcio per gravi motivi di salute, salvo poi firmare per il Derby County dove porta con se John Robertson dopo una cruenta battaglia legale. Il sodalizio che sembrava destinato a durare in eterno cessa di esistere. I due non si rivolgeranno più la parola fino alla morte di Peter Taylor, nel 1990, e da quel giorno Brian Clough vedrà peggiorare i suoi problemi con l’alcool. Big Old 'Ead si sente accerchiato e tradito, ma reagisce e costruisce una squadra di giovani, vengono ceduti oltre a Viv Anderson anche Peter Shilton, che rompe con il manager e con l’ambiente. La squadra si comporta bene: quinto posto nel 1982-'83, terzo posto l’anno successivo. In quell'anno il Forest torna alla ribalta anche in Europa raggiungendo la semifinale della Coppa UEFA dalla quale viene eliminato dall'Anderlecht, dopo la vittoria per 2-0 al City Ground il Forest perde per 0-3 al ritorno in Belgio incassando la peggior sconfitta della sua storia europea. È anche l’ultima occasione per Clough e per il Nottingham di brillare sul palcoscenico europeo. L’anno successivo, nel 1985, la tragedia del Heysel causa 39 morti fra i tifosi della Juventus nella finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool, e l'UEFA metterà al bando dalle competizioni europee i Club inglesi. La squadra, intanto, ha giovani interessanti, come Hodge, il terzino "Psycho" Pearce, il difensore centrale Des Walker, il centrocampista Neil Webb e arriva alla soglia della prima squadra anche il figlio Nigel, centravanti come il padre, che rapidamente diventa titolare, ma nonostante le indubbie qualità della rosa la squadra risente degli alti e bassi e della discontinuità dei suoi giovani: due noni posti, poi un ottavo sono quanto riesce a raccogliere in tre campionati anonimiClough si rende conto di dover selezionare gli obiettivi: quello principale diventa la FA Cup, l’unico trofeo che sembra stregato per lui e per il Nottingham che non lo vince dal 1959. Arrivano quindi, nel 1987-'88 e nel 1988-'89 due terzi posti. In questi ultimi due anni la squadra sfiora la Finale della FA CupLa prima è addirittura una cavalcata irresistibile: dopo Halifax e Leyton Orient, il Nottingham elimina anche Birmingham e Arsenal, poi nella semifinale di Sheffield, ad Hillsborough, si arrende al Liverpool che vince per 2-1, nonostante un gol del figlio NigelPer Clough è una grande delusione, ma l’anno dopo, ancora in una semifinale di FA Cup, ancora ad Hillsborough ed ancora contro il Liverpool, sarà molto peggio. Quel 15 aprile 1989 sarà una giornata destinata a segnare profondamente la vita di Clough e forse anche ad accorciarne la carriera, infatti da quel giorno Hillsborough, lo stadio dello Sheffield Wednedsday, evocherà il ricordo di una delle più gravi tragedie della storia del calcio. Quattro anni dopo l'Heysel sulle tribune di Sheffield trovano la morte 96 giovani tifosi del Liverpool schiacciati contro le recinzioni del terreno di gioco. L’opinione pubblica inglese è scioccata, Clough rimane sconvolto e dopo la tragedia rilascia pesanti dichiarazioni contro i tifosi del Liverpool cui attribuisce la responsabilità dell’accaduto. I tifosi del Liverpool lo individuano come il nemico numero uno, anche i tabloid ne fanno un bersaglio, usano le sue dichiarazioni a caldo e poi lo accusano di cinismo ed insensibilità. Quando Clough si accorge di aver sbagliato è troppo tardi: è diventato il "nemico pubblico numero uno". Nella ripetizione, programmata all'Old Traffordil Nottingham Forest forse frastornato dalla vicenda viene travolto per 3-1. Però la stagione segna anche il ritorno alla vittoria: battendo in finale il Luton Town per 3-1 conquistano la terza Coppa di Lega negli ultimi dieci anni. Le coppe di Lega diventano quattro nella stagione successivaIl "vecchio testone" punta sempre più apertamente sulla FA Cup, ma stavolta lo aspetta una delusione se possibile ancora più cocente. Dopo una sofferta qualificazione al debutto con il Crystal Palace battuto solo dopo tre partite, il Nottingham approda alla finale di Wembley per la prima volta dopo 32 anni di interminabile attesa. Per Brian Clough è l'attesissima prima volta e deve affrontare il TottenhamIl pronostico è quanto mai incerto, il Tottenham schiera Paul Gascoigne, il calciatore più fantasioso che il calcio inglese abbia mai avuto dai tempi di Best, ma il Forest appare più organizzato, più solido. La gara è intensa e gli arcieri passano addirittura in vantaggio con Stuart Pearce che trasforma la punizione concessa dall'arbitro. La gara resta saldamente in pugno ai rossi fino alla fine del primo tempo, Big Old 'Ead ha fatto le scelte giuste, il giovane Roy Keane risulta fra i più positivi e in difesa accanto a Pearce, galvanizzato dal gol, Walker è un baluardo insormontabile. Al rientro delle squadre dagli spogliatoi il Tottenham pareggia dopo pochi minuti di gara e prende coraggio sia in campo che sulle tribuneLa sfida diventa appassionante e la beffa arriva per Clough e i suoi proprio all'inizio del primo tempo supplementare: Des Walker, forse il migliore dei Reds devia alle spalle del proprio portiere il pallone che manda il Tottenham in paradiso ed il Nottingham all'inferno. La delusione dell’ambiente è enorme, ma quella di Brian è troppo grande perché riesca ad esprimerla, tanto da arrivare ad annunciare il suo ritiro dal calcio. 

La dirigenza del Nottingham e soprattutto i tifosi riescono a convincerlo a tornare sulla sua decisione. La morte dell'ex amico e collega Peter Taylor, avvenuta senza che si riappacificassero dopo sette anni senza rivolgersi la parola, la tragedia di Hillsborough, il veleno che gli era piovuto addosso e soprattutto il dolore per la morte di quei 96 giovani giovani tifosi lo avevano provato forse più di quanto fosse disposto ad ammettere anche a sé stesso. Con un Clough irriconoscibile e rassegnato, le ultime due stagioni al Forest si concludono con la retrocessione in Seconda Divisione che arriva dopo un campionato disastroso concluso all'ultimo posto della graduatoria e con il suo abbandono della panchina, quando ha compiuto da poco il cinquantasettesimo anno d'età. Le cifre della sua carriera sono quanto mai eloquenti: in ventotto anni ha collezionato 1319 panchine, di cui 907 solo a Nottingham, vincendo due campionati, due Coppe Campioni, la Supercoppa Europea, quattro Coppe di Lega, il Charity Shield e una quantità di tornei minori. Old Big 'Ead diventa una sorta di opinionista, il suo carattere non è migliorato, la sua lingua è tagliente come ai tempi dei Rams e del City Ground, la sua prestigiosa carriera lo mette al riparo dalle critiche quando esprime giudizi senza appello. Per qualche anno assiste alla trasformazione del calcio inglese, critica la moda dei calciatori stranieri strapagati, le sue analisi risultano sempre lucide e spietate e le sue battute sono spesso condite con l’arsenico. Purtroppo trovano conferma anche le voci sui suoi problemi di salute dovuti all'alcool, e le sue apparizioni pubbliche diventano sempre meno frequenti. Nel 1998 suo figlio Nigel, che lui aveva lanciato nel Nottingham Forest e che poi aveva avuto un ricco contratto con il Liverpool, segue le orme paterne cominciando ad allenare il Burton Albion (ci ritornemo)Brian Clough venne inserito nella Hall of Fame del calcio inglese, non appena questa venne inaugurata nel 2002. Considerato uno dei più grandi allenatori della storia del calcio, detiene il singolare primato di aver vinto tutto senza allenare squadre di prima fascia. Morì di tumore il 20 settembre del 2004 all'età di 69 anni.

(tratto da www.postadelgufo.it)

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